Le Comunità Familiari

“Le Comunità Familiari sono simili ad una vera e propria famiglia”

Le Comunità Familiari

Le Comunità Familiari Casa del Po e Tre Civette accolgono bambini e ragazzi temporaneamente privi del necessario supporto familiare o per i quali la permanenza nella propria famiglia rende difficile l’armonico evolversi della personalità e del processo di socializzazione naturale.

Gli aspetti che rendono una Comunità Familiare simile ad una vera e propria famiglia sono:

  • presenza di una famiglia e di figure parentali;
  • numero ridotto di persone accolte;
  • completa e costante condivisione della quotidianità;
  • relazione con il territorio e le sue risorse.

L’accesso del minore in Casa Famiglia è richiesto dal Servizio Sociale comunale o da un ente che ha la tutela del minore, con i quali viene mantenuto uno stretto rapporto di collaborazione. Per ogni minore è formulato un Progetto Educativo Individualizzato che definisce obiettivi e strumenti dell’intervento educativo e socio-assistenziali.

Grazie a competenze acquisite operando in ambiti educativi e riabilitativi, e alla presenza di educatori che lavorano con la famiglia su progetti specifici, le Comunità vogliono:

  • offrire ai minori una genitorialità simbolica che favorisca l’elaborazione del vissuto con le proprie figure genitoriali e una relazione affettiva stabile;
  • dare sostegno educativo ai minori per condurli all’autonomia, o per rimuovere le cause che impediscono ai minori stessi di rientrare nella propria famiglia d’origine;
  • sensibilizzare il territorio sui problemi dei minori e delle famiglie in difficoltà.

Casa del Po

La Comunità Familiare Casa del Po, situata in una corte di campagna tra Pegognaga e S. Benedetto Po, sotto l’argine maestro del fiume Po, nasce alla fine degli anni Settanta grazie ad Elisabetta e Arnaldo. Da poco sposati, insieme a don Franco e alcuni amici, decisero di iniziare il loro percorso familiare con un’esperienza di vita comunitaria, che a poco a poco diventò realtà di accoglienza per bambini e ragazzi.

Dalla sua fondazione, la Casa del Po ha ospitato circa 50 bambini e ragazzi, offrendo loro la possibilità di vivere un’esperienza di vita familiare serena, con l’aiuto di educatori, obiettori di coscienza e amici che hanno permesso ai ragazzi di stabilire relazioni differenziate secondo le necessità che il proprio vissuto richiedeva.

In un contesto di famiglia allargata, i bambini e ragazzi accolti hanno potuto mantenere uno stretto legame con la propria famiglia di origine avendo l’opportunità di guardare come funziona una famiglia, diversa dalla propria, stando all’interno di essa senza necessariamente appartenervi.

Oggi, dopo più di 40 anni di attività, la Comunità ha rimodulato la propria disponibilità sull’accoglienza di minori per brevi periodi

Tre Civette

La Comunità Familiare Tre Civette, a Porto Mantovano, nasce nel 2013 da una prima esperienza di affido familiare intrapresa da Donatella e Fabio, esperienza che ha confermato loro il desiderio di vivere la dimensione di famiglia in maniera allargata, come modo attivo di partecipare alla società. Oltre alla dimensione familiare la Comunità può infatti contare su una solida rete di relazioni sul territorio che aiutano le persone a sperimentarsi in contesti diversi.
L’impegno nel condividere significativamente la quotidianità è un fondamentale elemento educativo: la cura degli animali dell’Asineria, la cura degli spazi esterni, la partecipazione alle mansioni quotidiane domestiche in base alle abilità e agli interessi di ciascuno.
Oggi, la Comunità è disponibile all’accoglienza all’accoglienza residenziale e semi residenziale di minori dai 6 agli 16 anni, per i quali i Servizi Sociali e/o il Tribunale dei minori valutano la necessità di vivere temporaneamente al di fuori dal nucleo di origine.

Rete delle Famiglie Affidatarie

“Una rete di sostegno e scambio continuo, momenti di condivisone e strumenti educativi”

Rete delle Famiglie Affidatarie

La Rete delle Famiglie Affidatarie nasce con il nome di Gruppo Affido nel 1993, con l’obiettivo di garantire alle famiglie affidatarie una rete di sostegno e scambio continuo, momenti di condivisone e strumenti educativi per la gestione delle relazioni quotidiane con i bambini accolti.

La Rete è composta da coppie e famiglie con una lunga esperienza di famiglia affidataria disponibili a condividere la loro esperienza con chi si sta avvicinando all’affido, e da coppie e famiglie alla prima esperienza disponibili ad accogliere un minore.

Gli elementi principali che caratterizzano la Rete sono:

  • la disponibilità, immediata o futura, ad accogliere un bambino, o a essere di sostegno concreto a chi già pratica l’affido familiare. La presenza e il sostegno di persone esterne alla famiglia che accoglie sono fondamentali per evitare l’isolamento della famiglia affidataria e ridurre i rischi di insuccesso;
  • impegno alla formazione permanente e regolare, attraverso incontri mensili e con la supervisione di una figura professionale con competenze specifiche;
  • aiuto reciproco tra i componenti della Rete, che si concretizza in sostegno concreto nei
  • momenti di difficoltà, possibilità di confronto con il responsabile della Rete e i suoi componenti per avere indicazioni circa gli orientamenti educativi da seguire, supporto nella
    gestione degli aspetti amministrativi, burocratici e legislativi dell’affido;
  • la collaborazione con i Servizi Sociali Territoriali come referenti del progetto dell’affido del
    bambino, con la definizione di un protocollo per il sostegno, la formazione e
    l’accompagnamento delle famiglie affidatarie;
  • la collaborazione con enti territoriali e nazionali;
  • la struttura organizzativa dell’associazione di volontariato Solidarietà Educativa, presente
    sul territorio dal 1981, e l’aggregazione della Rete attorno all’associazione, che mette a disposizione la sua esperienza specifica e le risorse di cui dispone.

Oggi il lavoro della Rete può essere considerato come un prezioso servizio offerto alla
comunità, per sostenere le famiglie affidatarie, che rappresentano una ricchezza di grande valore per tutta la collettività, sia in termini di testimonianza di solidarietà sia di servizio offerto a quei bambini che, temporaneamente,  necessitano di essere accolti in altre famiglie.

Altri progetti

“Condividere idee, passioni, creatività ed esperienze di diverse persone”

family net 2010- 2013

Il Progetto FamilyNet nasce dalla condivisione di idee, passioni, creatività ed esperienze di diverse persone, gruppi ed enti che hanno a cuore il benessere della comunità e il suo futuro. FamilyNet vuole creare nuove reti di famiglie aperte all’accoglienza, sensibilizzando la società ai problemi dei minori in difficoltà e promuovendo l’opportunità dell’affido familiare.

Il progetto è stato fortemente voluto da Solidarietà Educativa e le cooperative sociali TanteTinte e Arché, affiancante dalla Provincia di Mantova, i Piani di Zona di Asola, Guidizzolo, Mantova, Ostiglia e Suzzara, l’ASL e la Fondazione Cariplo.

L’obiettivo è valorizzare le competenze delle famiglie affidatarie restituendo loro un ruolo attivo nell’esperienza dell’affido e offrendo loro l’occasione per stabilire relazioni proficue con i Servizi Sociali. Non solo, la Rete vuole anche prendersi cura di queste famiglie, con percorsi di affiancamento e di formazione, perché esse possano essere sempre di più una risorsa educativa all’interno della comunità.

Una famiglia per una famiglia

Una famiglia per una famiglia è un progetto ideato e sviluppato dalla Fondazione Paideia, con l’obiettivo di sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. Il progetto sperimenta approccio innovativo, che sposta la centralità dell’intervento dal bambino all’intero nucleo familiare: una famiglia solidale sostiene e aiuta un’altra famiglia, coinvolgendo tutti i componenti di entrambi i nuclei.
L’affiancamento tra famiglie permette di instaurare un rapporto di parità e reciprocità che sostiene senza dividere, con uno sguardo diverso sulla famiglia, vista come risorsa, non come problema.
La prima sperimentazione del progetto è stata sviluppata nella Città di Torino dal 2005 al 2007. Ad oggi, il progetto è attivo in diverse province del nord e centro Italia, ed è politica sociale nelle Città di Torino, Ferrara, Verona, Parma e nei distretti di Fidenza, Cantù e Mariano Comense.

Nel 2016, la provincia di Mantova ha attivato il progetto di affiancamento di famiglie in difficoltà, con il coinvolgimento di una fitta rete di realtà locali, tra cui Solidarietà Educativa, e un attiva collaborazione tra servizi sociali, associazioni, famiglie e gruppi informali.

Le famiglie affiancate hanno confermato come il progetto le abbia aiutate ad accrescere la fiducia verso gli altri e verso le proprie risorse, a sviluppare nuove strategie educative, a conciliare più facilmente i carichi familiari e sentirsi maggiormente autonomi nella gestione dei figli e della quotidianità, a rafforzare ed ampliare le reti sociali di riferimento.
Le famiglie affiancanti hanno espresso la percezione di aver contribuito a conciliare i carichi familiari e a ridurre lo stato di stress delle famiglie affiancate, di aver facilitato la relazione con le reti sociali e le istituzioni, aumentando il grado di autonomia e contribuendo alla
riduzione degli elementi di rischio.

Chiedo Asilo 2013-2016

Nel 2011, in occasione del lancio del Progetto FEI da parte del comune di Mantova, Solidarietà Educativa ha organizzato incontri di formazione e scambio tra la Rete di Famiglie Affidatarie e il coordinamento Progetto SPRAR (Servizio Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati).
Da questi incontri è nato Chiedo Asilo, un progetto di affido familiare per minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo.
La maggioranza dei minori stranieri non accompagnati provengono da Bangladesh, Egitto, Albania, Afghanistan e Marocco, dove situazioni di guerra, conflitto etnico, carestia, persecuzione politica e la mancanza di mezzi di sostentamento per se stessi e le loro famiglie spingono i minori ad abbandonare il proprio Paese, con la speranza di trovare condizioni di vita migliori. Purtroppo i minori stranieri non accompagnati sono spesso vittime di traffici illegali; il loro numero in Italia è altamente impreciso perché spesso sono solo di passaggio, orientati verso altri paesi europei, e molti segnalati spesso risultano non reperibili.
Lo scopo del Progetto è quello di garantire accoglienza e protezione ai minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio mantovano, tramite l’inserimento in famiglie che diano al ragazzo un sostegno affettivo e relazionale, per favorire il suo percorso di crescita, e un concreto supporto nel processo d’integrazione sociale.

Corridoi umanitari

"I profughi non sono numeri, sono persone, sono nomi, volti, storie, e come tali vanno trattati"

Papa Francesco, Aprile 2016

Nel 2016, dopo una riflessione che ha impegnato l’associazione per alcuni mesi, raccogliendo l’invito espresso da Papa Francesco, Solidarietà Educativa decide di partecipare al progetto Corridoi Umanitari creato dalla comunità di Sant’Egidio insieme alla Chiesa Valdese e alla Federazione delle Chiese Evangeliche, per cercare di dare una risposta al dramma dei rifugiati utilizzando le competenze, l’esperienza e le risorse di cui dispone.

Abbiamo progettato

Solidarietà Educativa vuole dare una risposta concreta alle necessità di una famiglia che vive il dramma della fuga dalla propria terra, essere occasione di sensibilizzazione e riflessione e sostenere la collaborazione ecumenica fra cristiani cattolici e protestanti per realizzare una iniziativa aperta a coloro che intendono dare un proprio contributo alla costruzione della pace.

Abbiamo realizzato

Dopo l’approvazione del progetto da parte della Comunità di Sant’Egidio, l’Associazione ha creato un gruppo operativo di cinque famiglie, con momenti di formazione e confronto.

Abbiamo accolto

A dicembre 2016, l’Associazione ha accolto una famiglia siriana mussulmana sunnita, da cinque anni in un campo profughi. Il gruppo operativo si è preso cura di ogni necessità nei primi mesi della loro presenza (casa, cibo, vestiario, corso di italiano, inserimento scolatisco delle bimbe), li ha aiutati ad ottenere lo status di rifugiato, li ha guidati nella conoscenza e inserimento del territorio, li ha sostenuti nel percorso di inserimento lavorativo e a ottenere la patente di guida. Ne è nata una profonda relazione di fiducia e amicizia che fa di questa esperienza una ricchezza enorme per tutti  coloro che sono stati coinvolti.

Oggi la famiglia è perfettamente autonoma e si rende disponibile per sostenere altre famiglie giunte con i Corridoi Umanitari.

Abbiamo imparato

Dall’arrivo della prima famiglia, altre associazioni e realtà del territorio mantovano si sono unite al progetto dei Corridoi Umanitari. Oggi diverse famiglie di rifugiati provenienti dalla Siria e altri Paesi in guerra vivono nella provincia e contribuiscono ad arricchire la comunità con il loro bagaglio culturale. L’incontro con le persone e le loro storie permette di superare i pregiudizi, i conflitti e le divisioni, conoscere mondi e culture differenti, e creare nuovi legami.

Anche una piccola realtà associativa o un piccolo gruppo organizzato di persone può praticare forme concrete ed efficaci di solidarietà, e dare un contributo significativo per affrontare tragedie enormi come quella che sta vivendo il popolo siriano.